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Giorno d’esame

June 23, 2007

Io preferirei fare l’esame il 6 luglio.

Copertina

June 20, 2007

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Peter Handke si siede ad un tavolo, prende carta e penna e inizia una “recollection in tranquillity” di ricordi, pensieri, sensazioni. Questa è l’idea che dà il suo libro “Nei colori del giorno”. Linee guida di questo viaggio attraverso la memoria sono Cézanne e il suo soggetto preferito, il monte Sainte-Victoire nei pressi di Aix, in Provenza. E’ da qui che parte il viaggio dell’autore, e con lui del lettore; il viaggio verso la cima della Sainte-Victoire e poi verso altre cime, che è anche un viaggio, una lunga, tranquilla passeggiata attraverso i ricordi, apparentemente sconnessi e slegati, ma profondamente appartenenti alla stessa sensazione che questa lunga passeggiata provoca. Nel suo cammino Handke non raccoglie solo ricordi e memorie ma fotografa con gli occhi e trasmette a parole tutto ciò che lo circonda, nel dettaglio: i colori, i particolari del terreno in cui cammina, del paesaggio che lo circonda, dell’aria che respira, della sua meta, di tutto ciò che incontra. Descrive per noi, e per sè stesso, per averne un vivido ritratto nella memoria, tutti i suoi compagni di viaggio, sassi, torrenti, pianure, passanti, animali. Viene da chiedersi ad un certo punto se il viaggio l’autore l’abbia veramente compiuto o se sia la cronaca di un lungo e dettagliato sogno.

La scrittura è poetica e contorta, i pensieri escono alla rinfusa e si gettano sulla carta senza un ordine preciso, e diviene così difficile per il lettore riuscire a seguire attentamente, passo per passo, l’evoluzione del racconto. Non sembra sempre esserci un filo logico che unisce le varie tappe, questo rafforza l’idea di un ricordo estemporaneo, del demandare alla carta il compito di fissare un flusso indistinto di ricordi che escono alla rinfusa dalla mente. Confusi si, ma chiari, vividi, dettagliati.

Così leggendo questo libro il lettore si trova di fronte all’autore, e lo ascolta nel suo racconto diretto della vita trascorsa, delle scoperte a cui questo viaggio-sogno ha portato: è necessario lasciarsi andare e perdersi nella natura, in un bosco di Salisburgo in inverno per poter cogliere il significato profondo della vita. E’ necessario arrivare alla Sainte-Victoire riuscendo a guardarla con lo stesso sguardo col quale il grande artista la guardava per coglierne l’essenza ultima, il messaggio profondo dei suoi quadri, il senso dell’esistenza. E dopo essersi persi, ritrovarsi, uscire dal bosco per tornare alla propria vita con un nuovo senso del vivere, e tornare a scrivere per lasciare il proprio messaggio, nascosto tra le righe di un libro. Ed eccolo questo libro, “Nei colori del giorno”.

Non ho trovato per il mio specifico lavoro una vera e propria musa ispiratrice, quindi, dovendo scrivere qualcosa, ho deciso di inserirne più di una perchè, anche se non hanno lavorato specificatamente con i soggetti di mio preciso interesse, ci sono aspetti del loro lavoro che mi attirano.

Martin Parr. Il suo modo di guardare la realtà che lo circonda e la società di cui fa parte in modo ironico, pungente e critico lo trovo davvero interessante. Le sue fotografie sono ricche di colori, vivaci, ad un primo sguardo fanno solo sorridere per il modo in cui il sogetto (persona o luogo) è ripreso, per il taglio che dà all’immagine e per gli accostamenti cromatici che usa; concentrandosi però danno motivo di riflessione.

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Diane Arbus. Cattura gli sguardi dei passanti, della gente comune, e sguardi di persone che dalla gente comune vengono evitati. Racconta la società tra l’intimo e il drammatico, le sue fotografie sono violente, critiche. Sono fotografie che parlano, raccontano e lasciano chi le osserva quasi in soggezione di fronte a quello sguardo dritto negli occhi.
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Glenn E. Friedman. E’ un fotografo immerso nel mondo dello skateboard, della musica hardcore, punk-rock e hip-hop. Questa è la parte di società che lui racconta e di cui lui fa parte. I suoi scatti mi interessano nello specifico per quanto riguarda lo skate perchè riesce a catturare il movimento preciso, la tensione di quel movimento e la protesta contro la società che porta avanti chi come lui è parte di questo mondo.
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